Le zone di produzione ossolane possiedono un microclima particolarmente favorevole: l’assenza di vento e il calore proveniente dalla pianura del Toce hanno permesso la coltivazione di vigneti terrazzati dai quali si produce il Prünent e altri vini montani.
Un documento proveniente dal vecchio archivio del convento di San Francesco in Domodossola, ritrovato dal Padre Rosminiano Don Tullio Bertamini e risalente al 1309, prova che si coltiva la vita da tempi antichi: tale testimonianza riguarda un lascito di circa 200 litri da parte di un proprietario terriero di Masera alla chiesa di San Francesco di Domodossola a suffragio della propria anima, da usare esclusivamente durante la messa, che doveva essere tutto Prünent, un clone di Nebbiolo.
Il nome “Prünent” è latino e sembra derivare dalla radice “pruina” (brina) o da “prunum” (susino, prugno): il primo caso si riferisce al periodo della vendemmia (fine ottobre – novembre) durante il quale i terreni al mattino sono ricoperti di brina, mentre il secondo è connesso al sapore del vino oppure alla tradizione di coltivare la vite insieme ai pruni selvatici ampiamente diffusi.
Durante i secoli la vite è stata una delle principali coltivazioni ossolane più redditizie grazie alle esportazioni in Svizzera, come risulta dai vecchi statuti comunali che regolavano sia il commercio del vino sia la vendemmia. Nei primi anni del ‘900, la fillossera ha iniziato ad attaccare in modo aggressivo i vigneti di tutta Europa, quindi si è dovuto ricorrere alla ricostituzione degli antichi vigneti su piede americano perdendo, però, le caratteristiche locali e impiantando vitigni poco adatti all’area.
Un altro colpo all’economia vinicola è stato dato dall’aumento dei dazi doganali imposto dal Vallese che iniziava anch’esso a coltivare i suoi vigneti. Infine, nella seconda metà del secolo, lo sviluppo industriale comportò l’esodo dei viticoltori verso le industrie. La viticoltura non era più così redditizia, quindi la superficie coltivata si è ridotta drasticamente.
Nel gennaio 1990, la comunità montana Valle Ossola e l’università Cattolica di Piacenza hanno avviato il recupero della viticoltura locale: durante il primo periodo, sono state valutate le condizioni e le potenzialità della zona. La viticoltura risulta ancora saldamente presente in una fascia pedemontana compresa tra i 200 e i 500 metri sul livello del mare, caratterizzata da condizioni pedoclimatiche assai favorevoli, interessando principalmente i comuni di Trontano, Masera, Montecrestese, Crevoladossola, Domodossola, Villadossola e Piedimulera per un totale di 50 ettari. Uno dei principali problemi è rappresentato dal frazionamento della proprietà e l’età media dei viticoltori è compresa tra i 50 e i 60 anni e tutti i produttori svolgono questa attività come part-time.
La forma di allevamento tradizionale è una sorta di pergola allungata chiamata “toppia”. I vitigni dominanti sono Nebbiolo, Croatina, Merlot e Barbera, ma sempre coltivati insieme ad altre varietà non sempre conosciute; di conseguenza, i vigneti sono caratterizzati da un’estrema eterogeneità sia per quanto riguarda le varietà sia per l’età dei vitigni stessi. La vinificazione delle uve avviene seguendo metodologie non razionali e il vino prodotto è destinato esclusivamente all’autoconsumo.
Nell’aprile 1991 sono stati impiantati tre vigneti sperimentali con forma di allevamento a controspalliera (Guyot semplice) allo scopo di valutare vitigni non ancora introdotti in zona: Cabernet Sauvignon, Pinot nero, Gamay, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio, Riesling renano, Muller Thurgau.
Tali impianti sono entrati in produzione nel 1993, consentendo di ottenere una prima valutazione dei vitigni in prova. Parallelamente alla valutazione di questi vitigni sono stati messi in prova diversi vigneti impiantati razionalmente con forma di impianto a controspalliera costituiti da vitigni pregiati già presenti in zona, in modo particolare vari cloni di Nebbiolo e Merlot. Tali impianti sono entrati in produzione nel 1995.
Nel maggio 1994, grazie alle numerose richieste dei produttori, è nata l’associazione produttori agricoli ossolani per incrementare il programma di assistenza tecnica, promuovere la commercializzazione dei prodotti e agevolare gli agricoltori.
I principali vini
Cà d’ Matè
Vino ottenuto da uve provenienti da Cisore (400 mt. s.l.m. nel comune di Domodossola), Trontano e Masera. La vendemmia è caratterizzata da una rigorosa selezione delle uve per destinare alla produzione del vino soltanto i grappoli sani e maturi. Si tratta di un vino corposo ma armonioso, adatto ai piatti robusti, carni rosse e formaggio, da servire a 16-18°C.
Prünent
Uve provenienti in parte da un antico vigneto di Pello che, secondo il proprietario, esisteva già al momento della prima guerra mondiale ed in parte da un vigneto di Trontano. Il Prünent è il tipico vino locale presente in Ossola fin dal 1300, di colore brillante con forti riflessi aranciati. Al profumo intenso è associato un sapore intenso, tannico, armonico e speziato. Si abbina bene ai secondi piatti importanti di carne e selvaggina ed ai formaggi saporiti, servire a 18°C.
Merlot
Prodotto con le uve dei vigneti di Calice (nel comune di Domodossola), ad un’altitudine di 380 mt. s.l.m. Presenta un sapore floreale e fruttato, mischiato alle spezie derivanti dal rovere. Va servito a 18°C.
Cabernet Sauvignon
Vino ottenuto da uve dei vigneti di Preminoira (400 mt. s.l.m.) nel comune di Crevoladossola: presenta un colore rosso rubino brillante e si distingue per le sensazioni olfattive di uva cabernet al tannico della finezza del legno. Si consiglia di stappare la bottiglia almeno un’ora prima e servirlo alla temperatura di 18-20°C.
Pinot Nero
È frutto di ricerche e sperimentazioni fatte nei vigneti del comune di Trontano ad un’altitudine di 500 mt. s.l.m. È adatto ad un discreto invecchiamento. Il sapore aromatico, pieno e acidulo, è caratteristico della zona.
Neuv Bruschett
Vino ottenuto dai terrazzamenti nei comuni di Crevoladossola, Masera, Trontano e Montecrestese, si presenta di colore rosso rubino brillante, il profumo è fresco e vinoso con sentori fruttati, tipico delle uve locali. Gusto armonico e leggermente tannico, di buona struttura. Si abbina con i piatti tipici locali, ottimo da tutto pasto, servito a 16°C.