Vino ossolano: dal passato al futuro

Giu 18, 2021 | Ossola Vine Club

L’Ossola è un’antica terra vitivinicola con un’intensa storia da raccontarci: la viticultura locale ha più di 700 anni e ciò viene documentato da uno scritto risalente al 1309.

 

Da un’era d’oro a un periodo buio: il problema della fillossera

Per cinque lunghi secoli, il patrimonio enologico è stato inestimabile e destinato soprattutto al mercato svizzero e milanese. Durante la seconda metà dell’800, però, un insetto chiamato fillossera ha iniziato ad aggredire in modo violento i vigneti di tutta Europa: i viticoltori non avevano altra scelta che creare varietà europee su portinnesti americani. Oggi, con circa 694 varietà diverse, l’Italia è uno dei primi paesi per biodiversità.

 

 

L’esodo da Langhe e Monferrato verso l’Ossola

Un fatto assolutamente inaspettato riguarda alcuni viticoltori provenienti da Langhe e Monferrato che hanno abbandonato quei celeberrimi vigneti per trasferirsi in Ossola a coltivare e produrre i propri vini, attratti da un territorio ricco di opportunità. Inoltre, i vitigni della zona sono molto variegati perché, in passato, le persone rubavo o domandavano ai vicini le varietà che più gradivano e, in aggiunta, non si possedeva la conoscenza di oggi in materia.

 

La viticultura oggi: tanta voglia di riscattare il glorioso passato

Durante gli ultimi decenni, è nato un desiderio di recuperare i vitigni storici: sono stati creati diversi programmi e partnership per valorizzare la viticultura e, a oggi, essa è un’attività florida tra i 200 e i 700 metri di altitudine. I principali comuni vinicoli sono Domodossola, Trontano, Masera, Montecrestese, Crevoladossola, Villadossola e Piedimulera, per un totale di 50 ettari.

 

Una produzione locale che si sta indirizzando altrove

Le aziende producono prevalentemente vino rosso, ma non solo: basti pensare all’Azienda Agricola Edoardo Patrone, la quale è la prima in Ossola per lo spumante rosato. Insomma, la viticoltura ossolana si sta trasformando in una vera e propria produzione di nicchia, dirigendosi anche verso altri mercati oltre a quello locale.

 

Vi lasciamo con un piccolo aneddoto: il vino ossolano è stato usato come pagamento per la manodopera degli operai che hanno eretto il duomo di Milano (con il marmo di Candoglia, sempre ossolano).

Di seguito il link per maggiori informazioni sul nostro vino rosato: https://www.edoardopatrone.com/product/vino-spumante-basin/

 

 

 

FedericaDieni

Laurea specialistica Università Bordeaux Montaigne – Pessac, Francia

Lingue, affari e interculturalità: economia del vino, enoturismo e interculturalità

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