Il pianto della vite: tra scienza, leggenda e proprietà benefiche

Mar 1, 2024 | Articoli blog, Ossola Vine Club, Viticultura

Viene chiamato pianto, ma è un fenomeno positivo legato alla potatura della vite e al periodo del risveglio della pianta con l’arrivo della bella stagione, quando inizia la fase di germogliazione. Non è in fondo con il pianto che inizia la vita?

Cos’è “il pianto” della vite, quando e perché la vite piange

Dopo che la stagione di crescita e il raccolto si sono completati, le giornate iniziano a diventare più fredde, le foglie cadono e le viti entrano nella fase di dormienza. In assenza del fogliame, per tutto l’inverno, la linfa viene in gran parte trattenuta nelle radici.
Verso la fine dell’inverno, con differenze a seconda delle zone e dei criteri di coltivazione dei vitigni, avviene la potatura secca, o potatura invernale, eliminando i rami più vecchi per favorire la successiva fruttificazione su quelli più rigogliosi.
Quando il terreno comincia a riscaldarsi, con la temperatura ambientale che sale a circa 10°, la linfa circola nuovamente nella pianta e risale dalle radici lungo il ceppo fino a rami e tralci, fuoriuscendo poi attraverso le ferite lasciate dalla potatura invernale.
Si dice così che la vite piange, per le gocce di linfa che sgorgano dalla pianta, a indicare a noi viticoltori la ripresa del ciclo vegetativo.

Come funziona?

Per capire come funziona il pianto della vite possiamo partire da un parallelo tra l’anatomia umana e quella vegetale. Immaginiamo che la linfa che scorre nella pianta di vite sia il sangue: i condotti di quello che si chiama floema saranno le arterie, che portano la linfa, ricca di sostanze derivate dalla fotosintesi, dalle foglie agli steli e alle radici.

Come al nostro sistema circolatorio arterioso corrisponde quello venoso, in quello della vite al floema corrisponde lo xilema, che porta acqua carica di minerali nella direzione opposta, dalle radici agli steli e alle foglie.

Quando le temperature iniziano nuovamente a salire in primavera e risvegliano le viti , le radici assorbono i  nutrienti e acqua dal terreno, lo xilema e il floema si riattivano per far scorrere la linfa e i nutrienti lungo i fusti. In questo modo il liquido linfatico arriva fino alle punte dei tralci, attraversando il ceppo e le branche, e la vite comincia a “piangere” dalle cicatrici delle potature.
A seconda della varietà e dell’età della pianta, del clima e del modo in cui è stata potata, una vite può versare anche litri di linfa, prima che la linfa stessa cicatrizzi i tagli della potatura.

La linfa contiene citochinine e gibberelline, ormoni fondamentali per lo sviluppo delle parti giovani della pianta, che nutriscono i germogli; d’altro canto, proprio perché con il pianto la vite inizia la vera e propria fase di germogliamento,è un momento molto delicato.

Una gelata dopo il pianto della vite può rivelarsi fatale, sia perché resto della pianta viene privato della giusta quantità di liquidi e carboidrati per resistere al gelo, sia perché la “lacrima” densa e trasparente che scorre lungo i tralci potrebbe ghiacciarsi intorno agli stessi germogli, causandone la morte.

 

pianto della vite

La leggenda calabrese sul pianto della vite

Un evento naturale suggestivo e ricorrente come la fuoriuscita di linfa dai tagli della potatura non poteva non aver stimolato una fiaba a esso dedicata: in Calabria si racconta che, in un tempo imprecisato, come si conviene ad ogni leggenda, la vite fosse in grado di produrre solo foglie di un bel verde splendente, la cui ombra impediva però alle utili piante seminate nelle vicinanze di svilupparsi a dovere.

Un contadino che aveva una vite nel suo terreno decise così di potarla drasticamente, riducendola a un fusto e pochi rami, corti e nodosi.

Vedendosi così conciata, la vite si mise a piangere, commuovendo un usignolo che un tempo era solito rifugiarsi tra le sue ricche fronde.

L’uccello iniziò a cantare, per consolarla e muovere a compassione le stelle, che le dessero di nuovo la sua bellezza e, dopo dieci notti di canto, raggiunse il suo scopo: le stelle fecero spuntare gemme, poi pampini e viticci, infine succosi grappoli. La vite diventò fruttifera acquistando il rispetto del contadino, con acini dal sapore dolce come il canto dell’usignolo, intenso e con la stessa forza delle stelle, un frutto che porta letizia come le notti estive.

I benefici cosmetici delle “lacrime” della vite

Pare che in passato le persone che lavoravano nei vigneti raccogliessero la linfa della vite per massaggiarsi le mani e il viso, avendo notato che riduceva le macchie e proteggeva in generale dagli agenti atmosferici. Ancora oggi la linfa di vite, ricca di antiossidanti naturali, viene utilizzata in alcuni prodotti cosmetici: creme idratanti, tonici e sieri, per la cura e il nutrimento di pelle e capelli.

 

 

Roberta Amicucci Nata a Roma e diplomata all’ABA Roma, risiedo da tanti anni in Grecia I miei interessi sono molteplici: dall’arte alla scrittura, all’enogastronomia e alla cucina… L’importante è non smettere mai di imparare

Visita i vigneti nel mese di marzo e vieni a vedere il Pianto della vite

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