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Il germogliamento della vite

Giu 5, 2025 | Vini ed enologia, Viticultura

Germogliamento, o germogliazione: è ciò che avviene circa 15 giorni dopo il pianto della vite, quando appaiono i germogli sui tralci.
Seppur critica, la fase del germogliamento della vite, tra il mese di marzo che finisce e quello di aprile al suo inizio, ha un suo fascino particolare, anche estetico. È un buon momento per visitare i vigneti e ammirare il verde tenero degli apici vegetativi che si allungano, con le foglioline che di giorno in giorno si dispiegano dal germoglio e diventano più numerose.

Quello del germogliamento della vite è il periodo in cui i viticoltori effettuano anche la posa delle barbatelle, tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera. Le piogge primaverili compatteranno delicatamente la terra sull’apparato radicale e, insieme alle temperature miti, favoriranno l’idratazione e il germogliamento anche delle nuove piantine.

Modalità e tempi del germogliamento della vite

Ad influenzare l’inizio del germogliamento è principalmente il clima, la temperatura esterna e quella del terreno. Per l’Europa la temperatura dell’aria raggiunge il punto cruciale (zero vegetativo) di norma intorno ai 10 °C, se questa condizione si mantiene per 7/10 giorni gli ormoni della crescita entrano in circolo nella pianta e ha inizio la formazione di germogli, gemme e polloni.
Alcuni degli altri fattori che determinano l’inizio del germogliamento sono il tipo di vitigno e il particolare microclima del vigneto, la sua altitudine, l’orientamento, l’esposizione alla luce solare, l’epoca della potatura invernale. In alcuni casi interventi più drastici del viticoltore possono influire sul germogliamento della vite, come tecniche colturali, trattamenti chimici o ormonici.

Quando inizia il germogliamento, le gemme sui tralci si gonfiano e le brattee si aprono per permettere al germoglio di prorompere con la sua energia vitale, ma la vite diventa anche più fragile e sensibile.

Le gelate sono primo pericolo per la vite in fase di germogliazione, questo perché l’equilibrio dell’acqua intracellulare all’interno di ceppo, branche, tralci e gli stessi germogli è uscito dallo stallo invernale. Il liquido ora non è più raccolto nell’impianto radicale ma trasporta gli ormoni della crescita alle gemme, mentre le radici iniziano ad espandersi nel terreno; inoltre, la stessa linfa del pianto, che ancora avvolge i germogli, potrebbe gelare.

Se l’abbassamento imprevisto delle temperature è un fattore di rischio, anche gli inverni particolarmente miti e il germogliamento precoce, seguito da un ritorno di basse temperature che rallentano l’apertura delle gemme, possono causare problemi, favorendo la riproduzione di parassiti che infestano il germoglio.

Anche i forti venti sono fonte di preoccupazione per il viticoltore, poiché possono danneggiare o addirittura staccare i teneri germogli, come l’eccessiva umidità può incrementare lo sviluppo di funghi.

Difendere i germogli dalle avversità

Esistono mezzi e stratagemmi a disposizione del viticoltore per far fronte ai problemi ambientali e proteggere le viti durante la fase di germogliamento: strategie per modificare temporaneamente il microclima del vigneto, moderne e antiche, non sempre facilmente applicabili, economiche, o efficaci al 100%.
Contro il gelo tardivo si usano ad esempio ventilatori che spingono l’aria verso il basso, evitando che quella troppo fredda vi stazioni provocando il congelamento delle radici, oppure si accendono falò tra i filari. Per i piccoli fuochi che creano una nebbiolina sul vigneto si usa la paglia: questa, bruciando lentamente, forma una cappa di fumo che impedisce all’umidità di scendere e gelare, mentre l’intera pianta si giova di un lieve aumento della temperatura circostante. Esistono anche apposite candele antigelo in paraffina, cavi elettrici riscaldanti che attraversano i tralicci.
Anche l’irrigazione a pioggia durante la notte è un modo per stabilizzare la temperatura della pianta.

Ma è nella benevolenza della natura che il viticoltore confida, con un inizio di primavera mite, temperature non così fredde da causare gelate e non troppo calde da far aprire le gemme e crescere i germogli troppo rapidamente. Per attendere con la giusta impazienza ma anche con ottimismo la fioritura di maggio, l’allegagione, l’invaiatura, la maturazione e la vendemmia.

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